martedì 14 maggio 2013

Sono un disastro...

I miei poveri post!


Sono episodi come questo che mi fanno capire che devo essere più attento e più ordinato. Allora il fatto è questo, io non pubblico post con un pc, bensì con un odioso tablet che non riesco ad utilizzare al meglio, oltretutto con la linea internet del mio gentile vicino di casa (Dato che ho fatto cadere il modem settimana scorsa e sto ancora aspettando che me ne arrivi uno nuovo). Non avendo un computer mi scrivo gli articoli su fogli di carta trovati al momento; questo è anche uno dei motivi per cui pubblico tanti articoli assieme e non (Ad esempio) uno al giorno. Ora, il problema è che ora non riesco a trovare tre articoli (Regolazione genica, un articolo su Mendel e l'ultimo su un insettino molto importante per la genetica) e sto impazzendo. Ad ogni modo, nell'attesa che riesca a scovarli o che saltino fuori magicamente vi lascio con una canzone che servirà a tranquillizzare gli animi.
Enjoy yourself.


Curiosità!


Ma che fai! Sei pazzo??


Beh, parliamo di qualcosa che non sia genetica e/o DNA (Anche se l'articolo c'entra più di quanto pensiate). Comunque, in molti di voi (Ammesso che siate molti), avrete sicuramente sentito parlare del morbo della mucca pazza o, meglio, della malattia di Creutzfeldt-Jacob.
Questa malattia degenerativa (O meglio neurodegenerativa), provoca una progressiva perdita di neuroni dovuta a un mal funzionamento di una proteina fondamentale per le cellule del sistema nervoso; il che comporta una "nascita di alcuni fori" all'interno del cervello, dandogli un aspetto ''spugnoso''. Ovviamante il tutto a discapito dei neuroni.
Ad ogni modo, esistono dei sintomi quali: perdita di memoria, cambiamenti di personalità, allucinazioni, disartria, mioclono, rigidità posturale, convulsioni. CHE SONO TUTTE DANNOSE PER IL NOSTRO ORGANISMO, TUTTE.



Come sempre, per saperne di più su questa malattia andate QUI e QUI.
Fonti: Wikipedia, professor. Maio

DNA?? Ma che diavolo...


Le mutazioni geniche

Bene, oggi parliamo di un mio probabile antenato, ovvero Hugo de Vries. Egli definì le mutazioni genetiche come caratteristiche che si presentano nel fenotipo. Viene definita in questo modo, perché se si prende in considerazione il genotipo, la storia cambia! Ebbene sì quindi, eccovene la definizione: una mutazione è un cambiamento della sequenza o del numero di nucleotidi in un segmento di acido nucleico.
Esistono diversi tipi di mutazioni, quindi andiamo a vederne alcune:
- Mutazioni puntiformi. La maggior parte di esse riguarda la sostituzione, l'aggiunta o la perdita di singole o poche unità di nucleotide e vengono appunto chiamate puntiformi. Esse, a loro volta si possono dividere in:
a) Mutazione di senso. Ovvero si determina l'inserimento di un amminoacido diverso che è presente normalmente nella proteina. Quali conseguenze comporta? L'anemia falciforme.
Vi sono altri casi però dove non comporta alcuna conseguenza, specialmente se la proteina che si va a formare è molto lunga.

b) Mutazione di non senso. In questo caso, ci imbattiamo in una sostituzione di una base, la quale comporta la nascita di un codone di arresto. Ciò provoca la fine immediata della sintesi proteica (In sostanza avviene prima del dovuto). Quali conseguenze comporta? Gravi malattie di distrofia muscolare come quella di Duchenne.

c) Mutazione silente. Essa si verifica quando, al cambiamento di un nucleotide, non corrisponde una sostituzione di un amminoacido. Non si hanno conseguenze di alcun tipo.

- Mutazioni spontanee o indotte
Le mutazioni spontanee sono l'inserimento di una base azotata errata da parte del DNA polimerasi durante la duplicazione (Possono anche derivare dall'interazione tra sostanze tossiche e DNA). Nonostante ciò la percentuale di mutazioni spontanee,  rimane generalmente basso.
Le mutazioni indotte sono dovute per cause ambientali ovvero raggi X, raggi ultravioletti, materiali radioattivi e sostanze chimiche chiamate "mutageni".


Fonti: Wikipedia, libro Invito alla Biologia, professor. Maio.

DNA?? Ma che diavolo...

La traduzione del DNA

Va bene, continuiamo il nostro viaggio col nostro amico e andiamo a scoprire come si "traduce". Questo processo (Chiamato sintesi proteica) si divide in tre fasi:
- L'inizio, ovvero quando la subunità minore del ribosoma si attacca al filamento di mRNA all'estremità 5'. Per fare un esempio nell'Eschierichiacoli l'estremità 5' si attacca al ribosoma iniziale e, anche se è ancora in fase di trascrizione, il tRNA si attacca al codone. Dopodiché vi è il "complesso di inizio" che sarebbe la combinazione tra la subunità minore dell'mRNA e la la subunità maggiore del tRNA, quest'ultimo si attacca all'fMet che  va ad occupare il sito P. L'energia necessaria per compiere questo atto produce guanosina trifosfato oppure (Oppure, più semplicemente GTP). Eccone un piccolo schema:



- Dopo la prima fase vi è la fase di allungamento o produzione. Ciò prevede che il secondo codone dell mRNA si posizioni nel sito A, qui incontra il tRNA  che,con il suo codone, si inserisce sull'mRNA. Dopodiché si forma un legame peptidico tra i due amminoacidi attaccando il primo fMet con il secondo. Subito dopo l'mRNA scorre in avanti e il tRNA si trova nel sito E, dopve viene liberato.  Il secondo tRNA, al quale sono attaccati i due fMet e l'altro amminoacido, passa nel sito P. Il terzo complesso, infine, si inserisce nel sito A, che diventato libero.
- Il processo termina, con l'mRNA che si ritrova con uno dei tre codoni che hanno il segnale di stop e dato che non esistono tRNA adatti quindi termina la sua fase. A questo punto si inserisce nel sito A una proteina di rilascio e la traduzione cessa.


Fonti: Wikipedia, libro Invito alla BIologia, professor. Maio

DNA?? Ma che diavolo...


La sintesi proteica


Okay, okay, okay... Ora dovremmo cercare di riuscire a capire come vengano sintetizzate le proteine. Innanzitutto dobbiamo farci un'idea di come il ciò avvenga negli organismi eucarioti e come in quelli procarioti; quindi ecco a voi un semplice schema:



Negli organismi eucarioti,  la sintesi proteica avvine in mmodo complesso . La sintesi proteica per avvenire ha bisogno dell'RNA ribosomiale e di quello di trasporto. La sintesi avviene nei ribosomi,  essi contengono l'RNA ribosomiale ( rRNA) costituito da due subunità:
- La parte più piccola, ha solo un sito per l'mRNA;
- La parte più grande, ha tre siti di legame per tRNA.


Passiamo ora alla descrizione di tRNA, eccone un'immagine rappresentativa:

Il tRNA ha la forma di una croce rovesciata, essa presenta una catena CCA con cui termina sempre nell'estremità 3' e qua si lega un amminoacido specifico. Nella parte opposta c'è un anticodone complementare a un codone dell'mRNA. Un'altra regione funziona come sito di riconoscimento, chiamato amminacil-tRNA sintetasi ognuno di questo sito di questi enzimi ha un sito di legame per un dato amminoacido.

Fonti: Wikipedia, libro Invito alla Biologia, professor. Maio

DNA?? Ma che diavolo...

La trascrizione del DNA

Allora per farci un'idea di come funziona la trascrizione del nostro simpatico amico, dobbiamo prima sapere che la sequenze lineari degli amminoacidi (Ovviamente della catene polipeptidiche) determinano le struttura delle proteine e, queste strutture appunto, ne determinano le forme.
L'RNA (Molto simile al DNA), ha un ruolo molto importante nella traduzione dell'informazione genetica! Infatti le cellule ricche di RNA riescono a  sintetizzare grandi quantità di proteine e, nelle cellule eucariote (Non trovate estremamente divertente la parola "eucariote"? A me fa sbellicare), l'RNA si trova nel citosol dove avviene la sintesi proteica.
Per saperne si più su alcuni termini andate QUI e QUI. Mentre per conoscere le differenze  tra RNA e DNA andate QUI.
Per sintetizzare (Ma soprattutto per rendere più "facile" da capire) questa complessa operazione, possiamo distinguere tre fasi principali:
-  L'inizio dove  l'RNA polimerasi riconosce il promotore e si attacca ad esso, questa operazione è aiutata da un fattore sigma;
- Dopodiché vi è la fase di allungamento dove l'RNA polimerasi sintetizza tutto ciò che è stato trascritto dall'mRNA e il fattore sigma si stacca;
-  Infine vi è la fase finale, ovvero quella dove termina il tutto, ossia dove l'RNA polimerasi incontra una sequenza di arresto e blocca la trascrizione.

Facile no? Come bere un bicchiere d'acqua!!

giovedì 4 aprile 2013

DNA?? Ma che diavolo...

DNA: iniziamo!


Il DNA (Ovvero acido deossiribonucleico) è un acido nucleico contenente informazioni genetiche necessarie alla alla biosintesi di RNA (Ovvero acido ribonucleico) e proteine (Molecole indispensabili per lo sviluppo ed il funzionamento della maggor parte degli organismi viventi.)

[Caro lettore nel caso volessi farti un'idea migliore di quello che hai appena letto, potresti andare QUI e QUI]
















Ma come si è arrivati a "conoscere" questa strana cosa chiamata DNA?Beh dobbiamo
andare un po' indietro, ovvero dopo Mendel e le sue considerazioni sui caratteri ereditari, dopo Darwin e la pubblicazione de "L'origine della specie", fino ad arrivare a Friedrich Miescher, un simpatico biologo svizzero, che isolò per la prima volta gli acidi nucleici.
Come fece? Beh, non fu così simpatica come cosa, anzi a dirla tutta fu anche abbastanza ripugnante... Cercherò di farla semplice: lavorando sulle ferite dei soldati (Parliamo del lontano 1869) aveva raccolto del "pus" in un secchio e all'interno di esso aveva trovato una sostanza contenente fosforo, che è presente solo nei nuclei delle cellule.
Bella scoperta!

Successivamente, un altro simpaticone di nome Phoebus Levene, iniziò a studiare (Con un occhio da "chimico") l'acido scoperto da Miescher.
Come prima cosa notò che esistevano due tipi di acidi nucleici, ovvero il DNA e il RNA. Levene, inoltre, capì anche che il DNA è composto da nucleotidi, composti formati da una base azotata, da desossiribosio e da un gruppo fosfato (I nucleotidi vengono definiti come monomeri). Ciò che differenzia un nucleotide da un'altro sono le basi azotate, ne possiamo avere quattro: adenanina e guanina, citosina e timina.

[Caro lettore nel caso volessi farti un'idea migliore di quello che hai appena letto, potresti andare QUI e QUI]

Negli anni seguenti a ciò che scoprì Levene, la maggior parte di biologi e non, vollero capire quale fosse la causa della trasmissione dell'ereditaria. Per la maggiore, andavano le proteine perché con la loro composizione di 20 amminoacidi, riuscivano ad avere una maggiore variabilità nell'essere create.
Negli anni '50 però, tutto ciò fu smentito da Hershey e Martha Chase che, con un esperimento famosissimo (Per farvi un'idea andate QUI), dimostrarono che è il DNA e non le proteine a trasmettere i caratteri genetici.

La storia del nostro "amico" DNA continua con altri personaggi (Alcuni più simpatici di altri... Anche se dovessi usare un altro aggettivo... ), ma questa è una storia che potete leggere QUI, mentre aspettate che io possa pubblicarla.